LA GRANDE ABBUFFATA (LA GRANDE BOUFFE) |
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di Marco Ferreri, con Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Philippe Noiret, Andréa Ferréol
(Francia - Italia, 1973)
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Cinema dell'intelligenza, del controllo degli effetti sullo spettatore spinto ad un limite finora mai raggiunto. Marco Ferreri segue da sempre questa strada. La provocazione, sul piano delle idee e della forma, per condurre lo spettatore alla esasperazione. Se questa volta una sua opera ha avuto un successo enorme di pubblico è perché Ferreri ha usato gli elementi che il pubblico maggiormente insegue. Ma chi accorre al film per godersi uno spettacolo comico, o scurrile, o pornografico si disilluda: LA GRANDE ABBUFFATA è un'opera tragica e crudele, austera, a perfetta somiglianza del ragionamento freddo e calcolato del proprio autore L'allegoria è evidente: il suicidio per eccesso di ingordigia (se così può essere chiamata l'angosciosa autodistruzione dei protagonisti) è quello della nostra società capitalistica. Nella villa isolata dall'indifferenza del centro di Parigi, nel suo parco decadente e bello, nulla si scompone, pur negli istanti del disfacimento totale. Soli assistono, distaccati e consapevoli, i cani: che si faranno più vicini soltanto nell'ultima sequenza, splendidamente significativa. Ferreri è riuscito a dipingere questo quadro terribile e profetico grazie alla freddezza di una intelligenza cinematografica che vanta pochi altri confronti. Nella apparente trascuratezza del linguaggio registico sta al contrario un disegno preciso, una autocensura implacabile, una volontà precisa di portare a termine un discorso altrettanto privo di compromessi.
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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